Orari delle S. Messe
Le S. Messe nella chiesa di Viarolo vengono celebrate la domenica e giorni festivi, alle 11.15.
Durante la settimana viene celebrata una S.Messa feriale alle ore 18, e al sabato alle 18 la S.Messa prefestiva.
La chiesa è aperta ogni mattina per la preghiera personale.
Per maggiori dettagli si veda il calendario completo e aggiornato.
Celebrazione di Messe in suffragio e di sacramenti
Per richiedere la celebrazione di S. Messe in suffragio o di sacramenti come Battesimi e Matrimoni si prega di contattare il parroco o i collaboratori parrocchiali.
Le celebrazione si considerano fissata soltanto una volta confermata.
Per informazioni sui sacramenti della Prima Comunione o della Confermazione, si prega di consultare la pagina sul catechismo dei ragazzi, e di contattare i catechisti o il parroco.
Preparazione e animazione delle liturgie
Coro liturgico
Le celebrazioni sono regolarmente animate da un piccolo coro liturgico, a cui chiunque è invitato a unirsi. Non sono richieste competenze specifiche, se non una certa attitudine al canto e la disponibilità a partecipare ad alcune prove durante l’anno liturgico, specialmente in prossimità dei tempi forti.
Lettori
Per ogni celebrazione sono necessari tre lettori per la Liturgia della Parola e un ulteriore per la preghiera universale. Chiunque desideri mettersi a disposizione per questo servizio liturgico è pregato di contattare il parroco o i collaboratori parrocchiali.
Preparazione degli spazi liturgici
Alcuni collaboratori parrocchiali si occupano di preparare lo spazio della liturgia:
- preparazione liturgia: Gina Cottarelli, Umberto Paglia, Maria Pollorsi, Gabriele Gallingani, Angelo Borelli, Rita Giuffredi;
- preparazione fiori: Rosanna Ceriati.
Si prega di contattare queste persone, o il parroco, se si desidera offrire la propria disponibilità per aiutare in questi servizi.
Calendario completo delle liturgie e attività parrocchiali
da “Sacrosantum Concilium” (Costituzione sulla sacra liturgia):
“La liturgia, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucaristia, «si attua l’opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.
Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4), «dopo avere a più riprese e in più modi parlato un tempo ai padri per mezzo dei profeti» (Eb 1,1), quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio, Verbo fatto carne, unto dallo Spirito Santo, ad annunziare la buona novella ai poveri, a risanare i cuori affranti, « medico di carne e di spirito », mediatore tra Dio e gli uomini. Infatti la sua umanità, nell’unità della persona del Verbo, fu strumento della nostra salvezza. Per questo motivo in Cristo « avvenne la nostra perfetta riconciliazione con Dio ormai placato e ci fu data la pienezza del culto divino ». Quest’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell’Antico Testamento, è stata compiuta da Cristo Signore principalmente per mezzo del mistero pasquale della sua beata passione, risurrezione da morte e gloriosa ascensione, mistero col quale « morendo ha distrutto la nostra morte e risorgendo ha restaurato la vita». Infatti dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa.
Pertanto, come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch’egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini, non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e ci ha trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano anche attuare l’opera di salvezza che annunziavano, mediante il sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica. Così, mediante il battesimo, gli uomini vengono inseriti nel mistero pasquale di Cristo: con lui morti, sepolti e risuscitati, ricevono lo Spirito dei figli adottivi, «che ci fa esclamare: Abba, Padre» (Rm 8,15), e diventano quei veri adoratori che il Padre ricerca. Allo stesso modo, ogni volta che essi mangiano la cena del Signore, ne proclamano la morte fino a quando egli verrà. Perciò, proprio nel giorno di Pentecoste, che segnò la manifestazione della Chiesa al mondo, «quelli che accolsero la parola di Pietro furono battezzati » ed erano « assidui all’insegnamento degli apostoli, alla comunione fraterna nella frazione del pane e alla preghiera… lodando insieme Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo » (At 2,41-42,47). Da allora la Chiesa mai tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare il mistero pasquale: leggendo « in tutte le Scritture ciò che lo riguardava» (Lc 24,27), celebrando l’eucaristia, nella quale « vengono resi presenti la vittoria e il trionfo della sua morte » e rendendo grazie «a Dio per il suo dono ineffabile» (2 Cor 9,15) nel Cristo Gesù, «a lode della sua gloria» (Ef 1,12), per virtù dello Spirito Santo.
È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, « stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato » (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo. A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della promozione della liturgia.
(dai numeri 2, 5, 6 e 14)